
La gara che verrà 2025:
più peso alla formazione e ai criteri discrezionali, ma la formula del prezzo rischia di annullare la qualità
L’evoluzione delle gare di pulizia:
il segnale arriva dai punteggi
Con la terza edizione de “La gara che verrà”, la Fondazione Scuola Nazionale Servizi torna a leggere in profondità i disciplinari delle gare pubbliche di pulizia professionale per capire come stia cambiando la domanda di qualità.
L’indagine 2025, basata su 47 enti pubblici distribuiti in 18 regioni, prende in esame le gare bandite tra settembre 2024 e agosto 2025, tutte con una base d’asta superiore al milione di euro.
Un campione ampio e rappresentativo, nel quale ogni ente è stato considerato una sola volta per evitare distorsioni territoriali e dimensionali.
“I disciplinari sono lo specchio dei desiderata delle stazioni appaltanti: in essi si legge cosa lo Stato chiede davvero al mercato. Quest’anno emergono segnali di maturazione, ma anche alcune contraddizioni che devono far riflettere.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Il ritorno del giudizio tecnico:
83% dei punti assegnati con criteri discrezionali
Il primo dato che colpisce è la forte crescita dei criteri discrezionali, che passano dal 75,6% al 83,05% nel 2024-2025.
I criteri tabellari e quantitativi scendono invece sotto il 17%.
Questo significa che le commissioni di gara stanno privilegiando valutazioni qualitative e motivate rispetto ai punteggi automatici.
Un segno di fiducia nella capacità tecnica delle imprese e di una maggiore attenzione agli aspetti gestionali, formativi e organizzativi.
“Dopo anni di gare iper-tabellari, la pubblica amministrazione sembra tornare a credere nel giudizio tecnico. È un passaggio culturale decisivo: consente di valorizzare competenze, metodo e innovazione.”
— Vittorio Serafini
La formazione raddoppia il suo peso:
dal 3,3% al 7,6%
La vera novità dell’edizione 2025 è l’exploit della formazione, che raddoppia il proprio peso sul totale dei criteri tecnici: dal 3,3% al 7,6%.
All’interno della macro-categoria “Qualificazione delle aziende”, la formazione rappresenta oggi oltre due terzi dei punti (7,6% su 11,16%), superando esperienze pregresse e qualificazione formale del personale.
“La formazione diventa un elemento competitivo: non più un requisito accessorio ma un vero indicatore di qualità. Le stazioni appaltanti premiano chi sa dimostrare di avere un sistema formativo strutturato, continuo e tracciabile.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Crescono parità di genere,
gestione del personale e controlli
Dalla comparazione 2021-2025 emergono altre tendenze interessanti:
- Parità di genere: passa dallo 0,26% all’1,9%
- Gestione del personale: da 4,2% a 6,2%
- Metodologie di controllo: da 7,5% a 9%
- Sostenibilità sociale: cresce fino al 5,5% del totale
Al contrario, le “migliorie” – storicamente tra i criteri più pesanti – si dimezzano, passando dall’11,5% al 6,2%.
Meno narrazioni generiche, più evidenze misurabili.
“Stiamo passando da una logica descrittiva a una logica di prova: non basta dire che si farà bene, occorre dimostrarlo con dati, processi e competenze. Questo è un progresso che qualifica tutto il mercato.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Dove cala l’attenzione:
sicurezza e sostenibilità ambientale
Alcune aree, invece, segnano una lieve flessione:
- Sicurezza: dal 2,2% all’1,6%
- Sostenibilità ambientale: leggera riduzione dal 17,9% al 16,8%
La flessione non va letta come disinteresse, ma come stabilizzazione di criteri ormai consolidati, spesso già pienamente soddisfatti dalle imprese attraverso certificazioni come ISO 14001, Ecolabel e misure di riduzione degli impatti ambientali.
L’effetto distorsivo delle formule economiche
Nel 2024-2025 la formula quadratica è la più usata (31,9% delle gare), seguita dalla proporzionale (29,8%) e dal rapporto tra ribassi (21,3%).
La media dell’esponente nella formula quadratica è 0,56, con sei gare comprese tra 0,8 e 1.
Un esponente così basso amplifica la distanza tra offerte economiche anche minime, spostando gran parte della valutazione sull’elemento prezzo.
“È un paradosso: mentre le stazioni appaltanti rafforzano la parte tecnica, la formula economica rischia di svuotarla. Con un esponente di 0,56, l’effetto è quello di schiacciare la graduatoria sul prezzo e ridurre il valore dei punteggi tecnici.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Un bilancio di maturità (e di responsabilità)
I numeri raccontano un settore pubblico più consapevole, che cerca di spostare il baricentro dalla quantità alla qualità.
L’aumento dei criteri discrezionali e della formazione è il segno di un mercato che chiede professionalità, non solo capacità di offrire a basso costo.
Ma il rischio di regressione è dietro l’angolo se non si rivedono le formule economiche e non si investe nella qualificazione delle commissioni di gara.
“Abbiamo imboccato la strada giusta: la qualità non è più un racconto, ma una competenza. Ora bisogna evitare che la componente economica torni a cancellare i progressi fatti sul piano tecnico e valoriale.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Oltre la gara:
il capitale umano e la sostenibilità sociale del FM
Parallelamente all’analisi dei disciplinari, la Fondazione SNS ha avviato una ricerca sui report di sostenibilità delle principali imprese del Facility Management.
Il campione — 30 aziende per circa 170 mila addetti — restituisce l’immagine di un settore inclusivo, stabile e maturo, con:
- 65,4% di donne (contro 42% media nazionale)
- 90,7% contratti a tempo indeterminato
- 20,8% lavoratori stranieri
ma solo 11,2% di under 30, un dato che pone il tema del ricambio generazionale.
La formazione conferma anche qui la sua centralità: 8,2 ore per addetto all’anno, di cui il 48% dedicate alla sicurezza e una quota crescente a competenze digitali e soft skill.
“Questo primo passo nella lettura dei bilanci di sostenibilità mostra un FM con una forte impronta sociale, ma anche la necessità di lavorare sul futuro: giovani, formazione continua e benessere organizzativo devono diventare gli assi di un nuovo patto generazionale nel settore.”
— Vittorio Serafini, Presidente FSNS
Conclusione
La gara che verrà 2025 segna un punto di svolta: la formazione e il giudizio tecnico tornano al centro, la sostenibilità sociale cresce e il settore appare sempre più consapevole del proprio ruolo.
Resta aperta la sfida delle formule economiche e della coerenza tra obiettivi e strumenti.
Ma per la prima volta, l’immagine che emerge è quella di un sistema che prova a premiare il valore e non solo il prezzo, e che riconosce nelle persone – nelle loro competenze, nella loro crescita e nella loro dignità – il vero motore della qualità.
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